Fantasy blues
Loredana BottacciniLeggendo le sue poesie si ritrova un universo intero, dalla levità delle “scarpette rosa, delicato strumento/ di celate torture” dell’eterea danseuse che ricorda una porcellana di Capodimonte, a momenti decisamente aspri e olfattivi come in “sotto il sole del Cane/ cede il catrame”, ispirati ai terribili mesi di luglio nella città di Torino.
Le liriche della silloge, nel loro complesso, consentono una visione completa della poetica dell’autrice che parte da immagini di vita quotidiana, come quella della “bionda bevanda”, o delle pozzanghere e delle rondini che “si radunano/ per svignarsela insieme”, per arrivare a metafore esistenziali quali “la mia vita è un giardino selvatico”, transitando nei momenti di smarrimento della “spola sperduta in una trama senza ordito” o della “arpa stonata”, e giungendo alla certezza definitiva di “Dio [che] è sempre presente”.